Il derby di Milano va al Milan. Tra Fiorentina e Juve finisce 1-1
Spettacolare e divertente: due aggettivi perfetti che riassumono il derby di Milano. A vincerlo è il Milan dopo 95’ tirati e che hanno tenuto col fiato sospeso i tifosi.
Con questa vittoria, i rossoneri conquistano momentaneamente la vetta della classifica, staccando di due punti i cugini nerazzurri.
Una stracittadina iniziata sotto i migliori auspici per i ragazzi di Simone Inzaghi grazie al gol di Marcelo Brozovic segnato al 21’ dopo essersi lanciato nella prateria creata dalla combinazione tra Correa e Lautaro.
Un’illusione, però, durata pochi minuti. Infatti al 28’ Leao trova la via della rete con un diagonale preciso soltanto sfiorato da Handanovic.
Da questo momento in poi solo Milan, che sfiora il gol in più di un’occasione. L’Inter, invece, fatica a fare gioco e a contenere gli attacchi dei rossoneri.
Il derby di Milano lo decidono Giroud e Leao
Se nel primo tempo il derby di Milano è stato divertente, nel secondo diventa spettacolare. I nerazzurri che tornano in campo continuano a palesare difficoltà di manovra, mentre quella del Milan scivola via fluida.
Al 54’ l’equilibrio viene rotto: Giroud, su suggerimento di Leao, con una velenosa zampata in area supera Handanovic, sorprendendo i centrali difensivi dell’Inter.
Sette minuti dopo arriva il tris con Leao che, innescato da un tacco volante di Giroud, porta a spasso mezza difesa e con un piattone insacca.
Partita chiusa? Niente affatto. Al 67’ Dzeko segna di piatto dopo l’assist dal fondo di Darmian.
L’Inter si scuote e va vicina al pareggio più di una volta, con l’ultima occasione che arriva proprio allo scadere dei cinque minuti di recupero (tiro di Mkhitaryan e palla che lambisce il palo).
Derby al Milan, l’Inter vista per lunghi tratti della partita desta un po’ di preoccupazioni.
La Fiorentina ferma la Juve
La bruttezza della Juve vista contro lo Spezia e la Sampdoria si è rivista anche a Firenze. Squadra senza un’identità di gioco, senza idee offensive e che vive sulle folate dei singoli.
L’1-1 di Firenze al cospetto di una pimpante Fiorentina, vista la prestazione, è da considerarsi una manna dal cielo.
E se Perin non avesse deviato sul palo il rigore calciato da Jovic, si sarebbe parlato di una sconfitta, che peraltro sarebbe stata meritata.
Il vantaggio dopo 9 minuti di Milik, lesto a spingere di pancia il tiro sporco di Di Maria, aveva illuso un po’ tutti i tifosi.
Poi è stata la solita Juve: baricentro molto basso, difficoltà a ripartire e a creare gioco offensivo. I viola provano a riequilibrare il match e, stranamente, ci riescono in contropiede con Kouame (30’).
Un minuto prima, McKenney si era presentato quasi di fronte a Terraciano ma, invece di tirare, ha messo la palla a centro area, dove nessuno ne ha approfittato.
Nel secondo tempo ci si aspettava un calo d’intensità da parte della Viola e una Juve alla ricerca del vantaggio.
Invece, i bianconeri si arroccano in difesa per respingere i tentativi dei ragazzi di Italiano. Fortuna vuole che di occasioni eclatanti non ce ne siano, a parte un quasi autogol di Danilo. Poi tanti cross e mischie in area.
Finisce 1-1, con Allegri che nel dopo partita si lascia andare alle solite dichiarazioni, ossia quelle in cui forzatamente mette in evidenza i lati positivi. Ma di lati positivi non ce ne sono affatto.