Juve eliminata. Maledizione Champions o le colpe sono altre?
Maledizione Champions? Forse. Incapacità di sfruttare le occasioni quando si presentano? Forse. Sfortuna? Forse. Ma, al di là delle elucubrazioni che si possono fare, un aspetto appare chiaro: per il terzo anno consecutivo la Juventus deve abbandonare la competizione europea più importante per mano di una squadra non di livello eccelso.
Se nelle due precedenti occasioni al ritorno la rimonta c’era stata, questa sera è stato toccato il fondo. Non è la solita frase di circostanza che viene utilizzata per decifrare frettolosamente una sconfitta pesante, ma è un dato di fatto figlio di diverse letture.
Certo, il Villareal ha vinto 3-0 tirando tre volte nello specchio della porta, di cui due su calcio di rigore, ma non per questo si può chiamare in causa la maledizione Champions. Gli obiettivi si raggiungono utilizzando tutte le forze che si hanno a disposizione, ed Emery ha fatto proprio questo: squadra corta, molto organizzata e con un’enorme consapevolezza dei propri mezzi.
E Allegri invece? Se il primo tempo può essere definito passabile, viste alcune ghiotte occasioni non sfruttate e una traversa che ancora grida vendetta, il secondo tempo dei bianconeri è stato di una piattezza disarmante, con l’allenatore di Livorno incapace di trovare le contromisure giuste per cercare di vincere la partita.
Quindi, da una parte un allenatore con le idee chiarissime (d’altronde non vinci quattro Europa League per caso), mentre dall’altra un tecnico che impiega ben 75 minuti per fare la prima sostituzione, nonostante le palesi difficoltà della squadra nel rendersi pericolosa.
Quali saranno le valutazioni della società dopo questa umiliante eliminazione? Sarri e Pirlo sono stati mandati via per molto meno e dopo avere comunque vinto qualcosa di importante (Scudetto il primo, Coppa Italia e Supercoppa italiana il secondo). Al momento attuale, il quarto posto sembrerebbe blindato, la Supercoppa è andata all’Inter, mentre per la Coppa Italia bisogna attendere il ritorno delle semifinali.
Nell’ipotesi che, al netto della qualificazione alla prossima Champions, l’ultimo trofeo disponibile salutasse la truppa juventina, proprietà e presidente Agnelli si mostreranno così magnanimi con Allegri, ritornato alla corte bianconera per aprire fin da subito un nuovo ciclo vincente?
Buona Juve nei primi 20’, poi la fantomatica maledizione Champions si manifesta
Cosa si può dire di questa partita? La Juve, nel primo tempo, ha cercato con maggiore convinzione il gol, andandoci vicina in quattro occasioni nei primi 20 minuti, con Rulli ha negare la gioia a Morata e Vlahovic. Poi lo stesso Morata e Cuadrado hanno dato vita all’opera teatrale “Tiro io o tiri tu?”, ma alla fine nessuno dei due l’ha fatto, mentre il tiro del serbo si è stampato sulla traversa.
Praticamente, la pericolosità della Juve finisce qua. E il Villareal? A parte qualche pericoloso pallone messo in mezzo dalle fasce, è andata vicina al gol soltanto con un tiro di Lo Celso (palla fuori di un niente).
Il secondo tempo è lo specchio dell’Allegri senza idee: possesso palla passivo, gioco in orizzontale o dietro, movimento senza palla pari a zero, gioco sulle fasce completamente assente. Insomma, un insistente e inutile 4-4-2 che ha facilitato enormemente il lavoro difensivo del Villareal.
Poi, quando tutto lasciava presagire i tempi supplementari, ecco arrivare la svolta. Gerard Moreno, entrato da due minuti, offre un assist perfetto per Coquelin che, in area, viene contrastato da Rugani. L’arbitro lascia proseguire, ma poi richiamato al VAR non può fare a meno di concedere il rigore. Dal dischetto, lo stesso Moreno angola la palla, Szczęsny riesce a toccarla ma non a respingerla.
Passano pochi minuti e arriva il raddoppio: calcio d’angolo, colpo di testa di Aurier e sul secondo palo Pau Torres anticipa De Ligt e mette dentro. Lo stesso difensore olandese si rende protagonista al 45’ di un fallo di mano: secondo rigore, questa volta battuto da Danjuma, e terza rete per gli spagnoli.
La partita finisce fra lo sconcerto generale dei tifosi bianconeri e i festeggiamenti di quelli del Villareal. Il contraccolpo psicologico è adesso il pericolo numero da affrontare nelle prossime settimane, mentre la società sarà chiamata a fare una profonda riflessione sulla gestione dell’ultimo triennio, visto che la maledizione Champions è soltanto una leggenda urbana.