Argentina in Semifinale! Higuain colpisce il Belgio
Il dado è tratto. Avanzi l’Argelentina. Ricacciato indietro il Belgio dei super talenti, il Belgio dell’integrazione più efficace, il Belgio al quale però è venuto improvvisamente il braccino. Sabella varca il Rubicone citato alla vigilia. Che sarebbe poi lo sbarco alle semifinali attese da ben ventiquattro anni, dove mercoledì troverà l’Olanda. Lo fa da medico, come gli piace definirsi, non certo da condottiero. Giulio Cesare il dado lo aveva tratto con molta più decisione.
Alejandro il dotto, se possibile, con ancora più titubanza che nelle prime partite. C’era un solo modo per il Belgio di avere chance contro l’armata Messianica: sfruttare lo strapotere fisico e la velocità propria della gioventù. Nada. Solo al tramonto di un’avventura che stava per sfuggire di mano, la generazione dei fenomeni ha creato qualche brivido a Romero. Troppo poco per recriminare. Grazie PipitaL’Argentina ringrazia il dolce risveglio di Higuain. Speedy Gonzalo, per l’occasione. Una rete stupenda per riflessi e precisione. Un gol dal centravanti mancato finora a una squadra che sulla carta doveva solo scegliere chi avrebbe mandato in porta della fenomenale armata del gol. E che invece ha vissuto sulle magie di Messi e le sfuriate di Di Maria. Higuain non segnava in nazionale dal 14 agosto 2013, amichevole di Roma in omaggio al Papa contro l’Italia. Undici mesi di digiuno.
Ha pensato bene di sbloccarsi in un giorno importante e di sbrigare presto la pratica. E poi ha provato a tirar giù la saracinesca alla partita con un’azione personale palla al piede nella metà campo avversaria, tunnel a Kompany e tiro che però si è schiantato sulla traversa. Gli errori di Wilmots,
L’Argentina che si è trovata presto in vantaggio ha potuto far provare al rivale quello che ha sempre subìto: squadra blindata e ripartenze. Solo che il Belgio ha reagito attaccando al piccolo trotto, con manovre larghe e tanti tocchi. Ha evitato magari qualche pericolosa fuga di Messi. Ma allo stesso tempo è stato poco pericoloso. Troppo prevedibile. Il solo Fellaini cercava di uscire dal monotono spartito. Wilmots ha le sue colpe: ha scelto un 4-1-4-1 relegando il povero Hazard in un ruolo di centrocampista esterno di copertura e spostando De Bruyne giusto dietro Origi. Ma perché, se è sempre stato pericoloso in fascia? Il c.t. che voleva fare la storia si è corretto nel secondo round, ma ormai Hazard (sostituito poi da Chadli) era uscito dalla partita e De Bruyne rimesso in fascia non ha avuto il tempo di essere decisivo. Il solito cambio di centravanti (come con gli Stati Uniti, prima Origi e poi Lukaku) e l’inserimento di Mertens ha prodotto poi soltanto piccoli brividi a Romero.
Tegola Di Maria Anche Sabella ha fatto, appunto, scelte di retroguardia. Ha speso Demichelis a centro difesa per Federico Fernandez, un cambio annunciato che ci stava. Però poi ha rinforzato il centrocampo con Biglia al posto del più creativo Gago (ma non è con il laziale che si trova rapidità) e schierato un 4-2-3-1 passato presto al 4-4-2 quando è uscito Di Maria (sostituito da Perez, altro muscolare) a tre quarti di primo tempo per uno stiramento alla coscia. Oggi il verdetto, ma sembra proprio che debba salutare il Mondiale come Neymar. Brutta tegola per l’Argentina.
Un’Argentina che continua a vincere ma non convincere e a vivere sugli spunti dei suoi campioni senza mostrare un gioco decente. Non proprio brutti, sporchi e cattivi ma poco ci manca. Ieri, dieci uomini dietro la palla, lancio a Messi e pedalare. Leo,se vogliamo, s’è riposato. Anche se nell’azione del gol c’è il suo zampino. Anche se si è creato una ghiotta occasione per chiudere con qualche minuto di anticipo partita e qualificazione, sventata in uscita da Courtois (contro il quale Messi non ha mai segnato, nemmeno con la maglia del Barcellona). Pare che Leo nell’allenamento della vigilia sia uscito dal campo seccato dopo che Sabella ha deciso che non avrebbe giocato col tridente. Adesso rimane senza il suo Angel custode. Per fortuna c’è il Pipita ritrovato