Il selezionatore giusto? Senza dubbio Guidolin
Ebbene, con pochissima modestia e un po’di soddisfazione,inizio questo articolo proponendo a voi amati lettori il più classico dei «ve l’avevo detto»: Carlo Tavecchio è il nuovo presidente della Figc alla faccia di chi voleva sfruttare lo scivolone sulla banana (terribile, ma non razzista) per stroncare sul nascere i suoi buoni propositi. Il giorno dopo la proclamazione, ecco la prova sulla bontà della scelta: Tavecchio si è svegliato di buonora e ha iniziato il corteggiamento ad Antonio Conte per convincerlo ad accettare la panchina della Nazionale. Conosco bene Antonio, non credo accetterà,ma al momento francamente non posso avere certezze: il divorzio dalla Juve ha lasciato ferite profonde che il tecnico può rimarginare solo tornando subito a lavorare, per questo non escludo che possa avventatamente accettare la proposta della federazione. Dico «avventatamente» non a caso. Sono convinto che allenatori giovani e ancora «in ascesa» come Mancini e lo stesso Conte non siano indicati per guidare la selezione azzurra: farebbero il loro male (chi sceglie di fare il Ct difficilmente torna ad alti livelli sulle panchine dei club) e di conseguenza anche quello della nazionale. Per questo credo e mi auguro che alla fine la scelta ricada su Francesco Guidolin, allenatore preparato che ha terminato il suo percorso neiclub e ora sarebbe perfetto per guidare e soprattutto «selezionare» gli azzurri. Chi meglio di lui, uno che in tanti anni a Udinehasaputo amalgamare gruppi sempre nuovi e variegati, ottenendo in contemporanea risultati di livello. Non pretenderebbe troppo quanto a ingaggio e metterebbe d’accordo tutti i grandi club. Non condivido l’opinione di chi dice «Guidolin non è adatto perché incapace di reggere lo stress», anzi. I ritmi «rallentati» che accompagnano la figura del Ct sarebbero perfettiper un tecnico stanco di affrontare l’impegno quotidiano, ma ancora bravissimo quando sitratta di lavorare con gruppi composti da giocatori che non si conoscono tra loro. Faccio il tifo per lui, se poi Conte dice sì non mi lamento di certo.
Di Luciano Moggi