Juventus, Allegri: “Dobbiamo essere tra le prime 8 d’europa”
Max Allegri in tre sfide, che vuole assolutamente vincere: riportare la Juve fra le prime otto d’Europa; mantenere Pirlo al centro del progetto tecnico; cancellare al più presto lo scetticismo dei tifosi bianconeri, che di certo, soprattutto via web, non hanno festeggiato con i fuochi d’artificio l’arrivo del tecnico livornese. Champions, mia Champions… «Siamo i favoriti per lo scudetto – dice Allegri -. La Champions? Sappiamo di avere a che fare con club dai fatturati inavvicinabili, però attraverso l’organizzazione e una strategia oculata di mercato, seguendo anche l’esempio dell’Atletico, abbiamo il dovere di fare una grande Champions, perché questa Coppa ha un fascino particolare e sono convinto che la Juve debba stare tra le prime otto d’Europa». Il «nemico» Pirlo A Torino, Allegri ritrova Pirlo. I due finirono in contrapposizione nel 2011, al Milan. In seguito non mancarono frecciate via media, soprattutto del giocatore, che si considerò scaricato dal tecnico prima ancora che dal club. «E allora voglio dirvi – continua Allegri – che ho un ottimo rapporto con Andrea. È stato ed è un campione. Con me ha sempre giocato, poi in quell’ultima stagione si infortunò e faticò a rientrare. Era in scadenza e decise di andare alla Juventus. Mi sento fortunato a ritrovarlo. Non ho mai messo in discussione le sue qualità, sarei un matto. Perché lo schierai mezzala? Solo una volta lo misi interno sinistro, e quattro anni fa lo poteva fare. Ma oggi è chiaro: il suo ruolo è davanti alla difesa, non ci sono discussioni». Tifosi, vi dico che…«Capisco lo scetticismo dei tifosi nei miei confronti. In un giorno hanno visto andar via quello che per loro è molto più che un allenatore. Conte è un simbolo, vincente ai massimi livelli. Come posso conquistare la gente? Con i risultati, il lavoro, il rispetto e la mia professionalità. Sicuramente, avranno modo di conoscermi. Capisco l’importanza di allenare la Juventus, sono onorato, e darò tutto me stesso per dare continuità a questa serie di successi. Anzi, cercherò di fare anche meglio». Il retroscena«La Juventus? Un fulmine a ciel sereno», ha raccontato Allegri. Ed è stato veramente così. Il tecnico livornese aveva per esempio in programma da tempo un paio di interviste, una delle quali proprio con « La Gazzetta dello Sport», appuntamenti fatti saltare solo nei momenti appena successivi alla separazione fra i bianconeri e Conte. Talmente sorpreso Max, che dopo la prima telefonata di Marotta era convinto si parlasse della prossima stagione, dando per scontato che Conte sarebbe arrivato regolarmente a fine contratto e la Juve volesse solo cautelarsi per tempo. Si era poi inizialmente parlato di un ballottaggio fra Allegri e Mancini nel momento caldo della scelta, ma in verità Andrea Agnelli e Beppe Marotta non hanno mai avuto dubbi, sono andati dritti su Allegri. C’è stato comunque un veloce summit fra tutte le componenti dei piani alti del club, la delicata decisione andava in effetti presa praticamente all’unanimità: l’ultimo a convincersi sarebbe stato Pavel Nedved, legatissimo a Mancini e tentato da un disperato nuovo assalto a Conte; tutto vano, perché il Mou italiano non ha lasciato alternative. Serviva una decisione rapida, condivisa: la Juve ha agito da grande club, pescando fra i migliori. Allegri era stato avvicinato già a maggio da Marotta, nella prima fase dell’«allarme» Conte, e probabilmente si era parlato pure di cifre, considerata la velocità con la quale si è conclusa l’operazione. Di recente, sempre il livornese aveva detto no a una proposta con assegno in bianco arrivata dalla federazione del Kazakistan. La giornataIeri mattina, prima di raggiungere Torino, Allegri ha incontrato il suo manager, Alessandro Moggi, con il quale ha definito gli ultimi dettagli a livello organizzativo, quindi via verso la sede dei campioni d’Italia. Ad accoglierlo c’erano Andrea Agnelli e Beppe Marotta: lì è arrivata l’ufficialità dell’operazione e la firma su un accordo biennale da 2 milioni a stagione più bonus. Dopo pranzo, visita al Museo della Juve assieme ad Agnelli, poi conferenza stampa sempre allo Stadium, infine il primo approccio a Vinovo: bene con la squadra (saluti particolarmente calorosi con Llorente e Tevez), un po’ più complicato con i cento ultrà appostati fuori dal centro sportivo per gridare «energicamente» tutto il loro amore nei confronti di Conte. «Abbiamo provato in tutti i modi a tenerci stretto Antonio – ha detto Marotta -, ma una volta capito che non ci sarebbe stato nulla da fare, abbiamo immediatamente pensato ad Allegri, uno con le caratteristiche simili a Conte. Max ha vinto in C1 con il Sassuolo, poi ha fatto benissimo a Cagliari, migliore allenatore di A con i sardi, quindi al Milan ha subito vinto lo scudetto». Oggi primo allenamento della nuova gestione, con Allegri di ritorno da Milano, dove ha raccolto le ultime cose da portare in ritiro.