Inter: e se tornasse Conte?
La fantasia solletica i desideri di molti tifosi e, forse, ne spaventa alcuni. Qualsiasi cosa accada, una cosa sembra però essere certa: le strade tra Antonio Conte e il Tottenham stanno per separarsi definitivamente, con l’ambiente degli Spurs che non sembra aver gradito la conduzione della squadra da parte del tecnico italiano.
Di fatti, come se non fossero stati sufficienti i risultati deludenti ottenuti da Conte alla guida della squadra inglese, negli ultimi giorni sono arrivate alcune dichiarazioni che hanno creato non poche turbolenze nella tifoseria del Tottenham e che hanno forse favorito il comportamento della dirigenza, non più intenzionata ad attivare la clausola del rinnovo automatico che è presente nel contratto.
Insomma, pur con tante incognite, il futuro di Antonio Conte sembra essere segnato e, ben inteso, è ben lontano dai confini d’oltre Manica. Che poi l’esonero arrivi a stagione in corso o a fine anno, poco cambia: a giugno Conte sarà libero di accasarsi altrove e, probabilmente, lo farà guardando con grande interesse le panchine che si stanno per liberare in Italia.
Dove andrà Conte
Che l’attenzione su cosa accadrà a Conte sia alta, lo confermano non solamente gli appassionati di calcio ma anche le quote su Loyalbet.it, ben consapevoli che l’approdo di Conte sulla panchina di una big del nostro campionato potrebbe spostare gli equilibri della squadra e le preferenze dei tifosi.
Ma su quale panchina siederà Conte nella prossima stagione? Le preferenze sembrano essere tre. La prima, forse più papabile, è la Juventus. Qualora il club juventino dovesse decidere di terminare l’avventura con Massimiliano Allegri, la scelta di Conte sarebbe forse quella più gradita all’ambiente: il tecnico ha già allenato la squadra con ottimi risultati e pare non disdegnerebbe un ritorno in quella che considera la sua “casa”, al netto dell’esperienza nerazzurra.
A proposito di nerazzurri, sembra essere l’Inter la seconda indiziata. È stata l’ultima panchina allenata da Conte in Italia e, probabilmente, anche quella che ha maggiore desiderio di rivedere le sue ambizioni. Molto potrebbe però dipendere dal modo con cui Simone Inzaghi riesce a traghettare la squadra alla fine della stagione e, dunque, dai risultati che otterrà in Champions League, in Coppa Italia e in Campionato, con un piazzamento utile per la competizione che conta.
Infine, il Milan. Anche se questa sembra essere la terza scelta, lo stesso Conte ha parlato molto bene del club rossonero nell’occasione dell’ultimo incontro in Champions League, proprio contro il club milanese che, però, non sembra avere ancora sciolto le riserve sul profilo del mister salentino e la sua compatibilità con i propri programmi.
Conte: attenzione al Decreto Crescita
A margine delle riflessioni di cui sopra, inoltre, c’è anche un altro fattore che potrebbe impattare sulle scelte di Conte: il decreto Crescita. L’allenatore è infatti domiciliato in Inghilterra da quasi due anni e questo, per il fisco italiano, ha corrisposto allo spostamento della residenza fiscale in un altro Paese. Insomma, Conte non può rientrare nei vecchi vantaggi del decreto Crescita come, invece, ha fatto ad esempio Romelu Lukaku in occasione del suo ritorno su sponda nerazzurra.
In termini concreti, chi vuole tesserare Conte prima della scadenza dei due anni dalla firma con il Tottenham (2 novembre 2021) dovrà farlo pagando al 100% i contributi. La differenza per le casse del club non sarà certo marginale: un ingaggio netto di 5 milioni di euro diventerebbero infatti circa 10 milioni di euro senza usufruire dei benefici del decreto Crescita, mentre rimarrebbero intorno ai 7 milioni di euro nel caso in cui le società riuscissero a monetizzare i benefici fiscali previsti dal provvedimento.
Ad ogni modo, nelle prossime settimane la situazione dovrebbe farsi più chiara, con Conte che – nei casi più estremi – potrebbe scegliere di riposarsi per un anno dagli allenamenti.